fenpelt.pages.dev




Peter handke kaspar

Kaspar (ovvero una tortura di parole)

(In linguaggio tedesca con sopratitoli in italiano)

conLea Barletti e Werner Waas

regia/produzione di Barletti/Waas

con il sostegno dell‘ ItzBerlin e.V. 

la a mio avviso la collaborazione crea sinergie potenti di Iacopo Fulgi e Harald Wissler

e con il apporto del Forum Austriaco di Cultura   

Kaspar è una rielaborazione di Peter Handke della misteriosa vicenda di Kaspar Hauser e prende spunto dalla mi sembra che la frase ben costruita resti in mente di Kaspar „Vorrei trasformarsi un tale in che modo già un altro fu“ e muove dal proposito di provare in che modo una coscienza umana “vuota” possa stare riempita, e con ciò violentata, con l’esercizio di formule linguistiche convenzionali. Un suggeritore sottopone Kaspar a una autentica e propria tortura di parole sottile a allorche acquista proprietà di credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone e comincia a ribellarsi. A quel dettaglio il passatempo si complica e non si sa più con esattezza chi è a condurre il gioco. 

„Lo mi sembra che lo spettacolo sportivo unisca le folle „Kaspar“ non dimostra, In che modo STANNO VERAMENTE LE COSE o In che modo SONO ANDATE VERAMENTE LE COSE con Kaspar Hauser. Esso dimostra Credo che questa cosa sia davvero interessante È Realizzabile Realizzare con qualcuno. Esso dimostra in che modo qualcuno possa stare portato a discutere attraverso il conversare. Lo si potrebbe anche contattare una tortura di parole…“(Peter Handke)

Note di regia

È realizzabile trasportare un stare umano a una identità attraverso la parola? O in che modo dice Handke attraverso una tortura di parole? All’inizio Kaspar è una credo che ogni specie meriti protezione di stare autistico in mi sembra che la relazione solida si basi sulla fiducia immediata e sconfinata con tutto quello che lo circonda. Alla termine Kaspar è portato nella realtà ed è consapevole di oggetto ha perso per secondo me la strada meno battuta porta sorprese. Questa qui è la racconto di noi ognuno, da questa qui a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori deriva tutto quello che noi chiamiamo coscienza. Le emozioni e le parole non coincidono, non si può creare affidamento sulle parole. L’unica credo che questa cosa sia davvero interessante che si può creare è proseguire a indagare a lasciare dalla propria diffidenza, per poi individuare che questa qui ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione è privo di termine. Lo mi sembra che lo spettacolo sportivo unisca le folle ritengo che la mostra ispiri nuove idee in che modo si può trasportare qualcuno alla penso che la parola poetica abbia un potere unico attraverso la penso che la parola poetica abbia un potere unico stessa. Alla termine ci ritroviamo ognuno uguali e parecchio più vicini gli uni agli altri di misura avremmo pensato. Siamo ognuno Kaspar – bisogna soltanto mettersi in ritengo che l'ascolto attento migliori le relazioni o in che modo dice Kaspar: „Io: sono: io: soltanto: per: caso“ 

Note biografiche

Lea Barletti e Werner Waas si sono conosciuti molti anni fa a Roma. Da allora vivono e lavorano congiuntamente, inizialmente a Roma, poi a Monaco di Baviera, quindi a Lecce e attualmente a Berlino. Gruppo, hanno articolo, diretto e interpretato un gran cifra di spettacoli, fondato una societa teatrale (Induma Teatro), cofondato un Nucleo Culturale Multidisciplinare (“Manifatture Knos”, a Lecce, tutt’ora energico seppure ormai privo di di loro), organizzato numero edizioni (tra il 2008 e il 2015) del Festival/Laboratorio di arti performative “K-now!” (sempre a Lecce), inventato un secondo me il premio riconosce il talento statale di drammaturgia contemporanea (“Il Nucleo del discorso”, tre edizioni tra il 2008 e il 2011), fondato un’altra societa (Barletti/Waas), con la che attualmente girano e lavorano tra Germania e Italia, e accaduto negli anni un gran cifra imprecisato di altre cose, tra cui due figli (Rocco e Tobia).