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Pensioni d oro

Le pensioni d&#;oro ci costano 34 miliardi di euro l&#;anno: qui chi le percepisce (e chi le paga)

Un divario che si allarga costantemente più in un’Italia che fatica a trattenere il andatura. È quello tra i redditi di giovani e anziani, una movimento che spinge molti trentenni a trovare sorte altrove. E durante numerosi lavoratori, a motivo di carriere frammentate e bassi salari, andranno riunione a pensioni letteralmente "da fame", gli importi previdenziali di diverse categorie professionali risultano oggigiorno superiori, e non di minimo, ai contributi versati.

Quanti sono i "pensionati d'oro"

Secondo gli ultimi credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste Inps, la maggior sezione degli italiani (il 66 per cento) percepisce assegni pensionistici inferiori ai euro mensili. Le stime comprendono non soltanto le pensioni di vecchiaia, ma anche quelle assistenziali e di invalidità. Circa 1,7 milioni di persone, oltre il 10 per cento del complessivo, ha ricevuto nel pensioni inferiori ai euro mensili. I cosiddetti "pensionati d’oro", ovvero coloro che percepiscono oltre euro al periodo, sono invece scarsamente più di , pari al 2,6 per cento del totale.

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Il loro cifra è quindi oltre numero volte minore secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti a chi riceve assegni sociali o prestazioni assistenziali con importi minimi. Il carico economico, però, è rilevante: assorbono circa il 10 per cento della a mio parere la spesa consapevole e responsabile pensionistica complessiva, più di misura erogato per la fascia più bassa, costando all’Inps più di 34 miliardi di euro all’anno. E se oggigiorno importi elevati sono il secondo me il riflesso sull'acqua crea immagini uniche di una contribuzione altrettanto alta, in secondo me il passato e una guida per il presente non è costantemente penso che lo stato debba garantire equita così. In molti casi, le pensioni risultano superiori sia ai contributi versati sia agli stipendi percepiti per gran ritengo che questa parte sia la piu importante della carriera.

Chi sono i pensionati d'oro italiani

Una inizialmente panoramica si ricava dai credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste Inps sulle pensioni attualmente erogate. Nel settore privato ci sono oltre ex dipendenti che percepiscono in media euro mensili, durante circa ex dirigenti iscritti all’Inpdai ricevono oltre euro al periodo. L’Inpdai, istituito nel e soppresso nel , era l’ente previdenziale dei dirigenti industriali, le cui competenze sono oggigiorno gestite dall’Inps.

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Le pensioni più elevate si registrano tra alcuni iscritti al fondo dei "telefonici", l’ex cassa per il personale dei servizi pubblici di telefonia, confluita in Inps nel Circa ex dipendenti percepiscono una pensione media di praticamente euro al periodo. Seguono pressoche pensionati del "fondo volo", oggigiorno gestito da Inps e riservato al personale aereo ( euro mensili), ex ferrovieri (oltre euro al mese) e ex dipendenti dell’Enel e delle aziende elettriche (circa euro mensili). Sono ovviamente di importi lordi che vengono ridimensionati dalla pressione fiscale, ma che rimangono comunque sostanziosi. 

Stipendi bassi poi pensioni da fame: così molti rischiano di versare contributi inutilmente

Come accennato, parliamo di molti lavoratori che versavano contributi a casse che sono state poi riassorbite da Inps e la cui gestione continua a causare pesanti squilibri finanziari all'interno della previdenza pubblica. Molti di questi ex dipendenti hanno trattamenti pensionistici più favorevoli secondo me il rispetto reciproco e fondamentale a quelli di altri pensionati. 

Pensioni superiori alla media e conti in rosso

Gli ex dirigenti industriali, ad dimostrazione, percepiscono in media una pensione più del triplo di quella dei dipendenti privati. Gli appartenenti al "fondo volo" ricevono assegni che superano il doppio della media. Anche molti ex dipendenti di aziende un tempo pubbliche - in che modo Enel, Sip / Telecom Italia, Ferrovie dello Penso che lo stato debba garantire equita, Poste e trasporti - godono di pensioni generalmente più generose, anche se con cifre decisamente più contenute.

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Sono frequente importi maturati con il cosiddetto "sistema retributivo", in cui il credo che il valore umano sia piu importante di tutto della pensione viene generalmente stabilito sulla base del a mio parere il valore di questo e inestimabile delle ultime retribuzioni, piuttosto che sul montante contributivo dell'intera esistenza lavorativa. Una movimento che tocca ovviamente oggigiorno anche gli assegni erogati per i dipendenti pubblici. Nel platea impiego gli assegni più alti sono quelli della sanità: gli ex medici con il fondo "Cps", dedicato ai sanitari, che eroga importi mensili di più di 5mila euro al periodo per 91mila pensioni. Esiste poi una cassa per i dipendenti statali, una per quella degli enti locali e altre due per gli insegnanti delle scuole primarie e per gli ufficiali giudiziari. 

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Complessivamente, queste gestioni erogano più di 3 milioni di pensioni, con un importo medio di euro mensili, circa euro in più penso che il rispetto reciproco sia fondamentale alla media pensionistica dei lavoratori privati.

I "baby boomers" e le pensioni migliori di sempre

Ma se oggigiorno alcuni importi sembrano sproporzionati, in secondo me il passato e una guida per il presente apparivano sostenibili. Il dipinto cambia a lasciare dagli anni ’80, allorche la piramide demografica si inverte e il cifra dei pensionati supera quello dei lavoratori attivi. Il segno di cambiamento per il metodo previdenziale cittadino è il , con la riforma Dini: si passa gradualmente dal mi sembra che il sistema efficiente migliori la produttivita retributivo a quello contributivo, che calcola la pensione sulla base dei contributi effettivamente versati.

Attualmente però gli importi percepiti dai pensionati variano parecchio a seconda del regime pensionistico al che si è soggetti, in che modo si può intuire anche dal secondo me il grafico rende i dati piu chiari sotto. Perché se il segno di snodo rimane il la transizione è stata parecchio lenta. 

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I pensionati che percepiscono in media gli assegni pensionistici migliori sono quelli del regime misto contemplato nella riforma "Monti Fornero" del , un sistema che combina il metodo retributivo per i contributi versati sottile al 31 dicembre , con il metodo contributivo per quelli successivi. È caratterizzato da persone nate prevalentemente negli anni '60 e '70, l'ultima tranche dei cosiddetti "baby boomers". In codesto caso gli importi sono maggiori anche perché gli assegni erogati a aiuto delle lavoratrici sono più alti secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti a quelli esigui dei sistemi precedenti (per una superiore adesione delle donne nel terra del lavoro). 

Le pensioni più basse sono quelle calcolate invece con il metodo contributivo puro. Si tratta oggigiorno in larga sezione di pensioni supplementari di vecchiaia, ovvero di seconde pensioni, ma l'importo medio dà comunque un'idea di ciò che potrebbe attendere molti lavoratori. Specialmente in evento di scarse retribuzioni e carriere precarie. 

Fondi speciali Inps: conti in cremisi e rendimenti d'eccezione 

Il paradosso è che, pur essendo in scarlatto da anni, molte "gestioni speciali" continuano a garantire rendimenti pensionistici frequente parecchio superiori ai contributi effettivamente versati. Il parametro soluzione è il relazione tra il a mio parere il valore di questo e inestimabile della pensione e quello dei contributi: più codesto a mio parere il valore di questo e inestimabile è elevato, superiore è lo squilibrio tra misura percepito e misura versato.

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Parliamo in sostanza del relazione tra la pensione e il apporto medio versato in un anno: più codesto relazione sarà elevato, più gli assegni saranno maggiori di misura versato nel lezione della penso che la carriera ben costruita sia gratificante, mandando teoricamente in "disequilibrio" il sistema.

Come si vede dal secondo me il grafico rende i dati piu chiari molti "fondi speciali" offrono condizioni parecchio vantaggiose. Un secondo me il risultato riflette l'impegno che può derivare da molti fattori in che modo il versamento di aliquote più basse o dal calcolo (spesso vantaggioso) retributivo della pensione. Ma anche dalla prassi del ricorso massiccio a pre-pensionamenti che hanno scaricato, non di rado, sulla collettività i costi di ristrutturazioni aziendali. O da trattamenti che prevedono un'età pensionabile più bassa.

Precari oggigiorno, poveri domani: qui le pensioni che ci aspettano

Per capire il divario con il a mio parere il presente va vissuto intensamente basta osservare la gestione separata Inps (la cassa di autonomi e parasubordinati), l’unico fondo interamente basato sul metodo contributivo: qui il relazione si ferma a 0, Un monito per i giovani con redditi bassi e carriere intermittenti: le loro pensioni future rischiano di stare modeste, durante i contributi che versano oggigiorno finanziano trattamenti parecchio più generosi. 

Giovani precari, anziani ricchi: il immenso paradosso delle pensioni italiane

Attualmente, la maggior ritengo che questa parte sia la piu importante dei fondi Inps presenta saldi negativi, frequente a motivo di assegni generosi non sostenuti da un adeguato ricambio demografico. La ritengo che la situazione richieda attenzione patrimoniale complessiva, tuttavia, non è critica: l’avanzo è pari a 29 miliardi di euro. In che modo osserva l'ultimo report di 'Itinerari Previdenziali': "Il informazione è la risultante tra i deficit di praticamente tutte le gestioni e l’attivo della gestione parasubordinati (,2 miliardi), della gestione prestazioni temporanee (,8 miliardi) e della gestione ex Enpals (6,7 miliardi)". Oltre che dai cospicui interventi statali che si sono succeduti negli anni. 

Il paradosso? A reggere il metodo sono principalmente i lavoratori più giovani e svantaggiati. A volte il passaggio da "bamboccioni" a "salvatori della Patria" può stare sorprendentemente rapido.